San Nicola, il Santo diventato Babbo Natale

La figura di Babbo Natale ha radici nella storia di uno dei santi più venerati d’Oriente, San Nicola di Myra? Questo santo (rappresentato nella prima foto) è amato soprattutto nell’Europa orientale e in tutta la Puglia, dove il suo culto si è radicato profondamente.

San Nicola era noto per la sua generosità e il suo spirito di protezione verso i più deboli, qualità che lo hanno reso il modello per la leggenda di Babbo Natale. Il nome Santa Claus, infatti, deriva dalla trasposizione olandese di San Nicolaus, trasformata in Sinterklaas. Questo termine, portato negli Stati Uniti dagli emigrati olandesi, si è evoluto fino a identificare il moderno Babbo Natale, il simpatico vecchietto che ogni anno porta doni ai bambini di tutto il mondo.

San Nicola di Bari: Un Santo Tra Oriente e Occidente

San Nicola fu un vescovo della città di Myra, nell’attuale Turchia, e un fermo difensore dell’ortodossia cristiana. La sua fama si diffuse rapidamente dall’Asia Minore fino al mondo slavo e bizantino, toccando anche il Sud Italia, che all’epoca era sotto l’influenza di Bisanzio.

Dopo la conquista musulmana di Myra, le sue reliquie furono portate a Bari nel 1087 da sessantadue marinai baresi, per essere custodite nella città pugliese. Nel 1089, le reliquie furono collocate nella cripta della Basilica di San Nicola, consacrata da papa Urbano II. Da quel momento, il santo fu conosciuto anche come San Nicola di Bari, diventando patrono della città e punto di riferimento per tutta la Puglia.

La Necropoli di San Nicola di Myra a Vieste

Anche Vieste custodisce un luogo legato a questo grande santo: la Necropoli di San Nicola di Myra, un sito archeologico di grande valore storico e culturale. Situato in contrada Pantanello, vicino alla spiaggia di San Lorenzo, questo complesso è un esempio straordinario di insediamento rupestre paleocristiano.


Le immagini che illustrano la necropoli viestana, sono del dott. Leonardo Pagano, che ringraziamo per la gentile concessione.

Il cuore del sito è una chiesetta rupestre, un tempo decorata con affreschi, utilizzata per la preparazione delle salme prima della sepoltura. Il nome “San Nicola” fu probabilmente attribuito grazie ai monaci basiliani che giunsero sul Gargano nell’VIII secolo d.C., portando con sé il culto del santo durante le loro migrazioni dall’Impero Romano d’Oriente.

La necropoli divenne così un luogo di devozione e sepoltura, frequentato da comunità cristiane locali. Questo fenomeno si riscontra in molte aree del Sud Italia, come Puglia, Calabria e Sicilia, dove numerose chiese rupestri sono dedicate a San Nicola, segno della forte influenza dei monaci bizantini.

Oggi, purtroppo, la Necropoli di San Nicola di Myra si trova in uno stato di abbandono. Questo luogo, che unisce epoche storiche diverse – dalla Daunia greco-romana al medioevo cristiano – merita di essere riscoperto e valorizzato.

Le recenti iniziative di recupero di altri luoghi simbolo di Vieste, come il Santuario del Faro, fanno sperare che anche questa necropoli possa essere inserita in progetti di tutela e valorizzazione. Ci auguriamo che presto possa tornare visitabile, permettendo a residenti e turisti di riscoprire una parte fondamentale della nostra storia.

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