Anche Vieste sta riscoprendo la sua antichissima tradizione musicale fatta di versi tramandati a voce, ritmi terzinati, chitarre battenti che intonano accordi semplici di serenate “ad personam”, commissionate da giovani innamorati per conquistare il cuore di una “bella giovane”.
Mentre il Salento ha ormai da anni valorizzato la sua dimensione folkroristica con la sua musica popolare, la pizzica tarantata, di cui ha fatto una grande attrattiva turistica (vedi la notte della taranta), il Gargano ha sfruttato sicuramente meno la sua musica dal punto di vista mediatico, ma anche Vieste sta recuperando le fortissime tradizioni mettendole in mostra.
La tarantella garganica è uno dei più belli e più antichi generi tradizionali del sud italia, vede come esponenti storici e principali i Cantori di Carpino dei compianti Antonio Piccininno (scomparso nel 2016 a 100 anni) e Andrea Sacco.
Altri esponenti del genere sono i “Tarantula Garganica” e il gruppo folk viestano “Pizziche e Muzzeche”, che si può ammirare animare le feste tradizionali della cittadina Garganica come la Fanoja di San Giuseppe
La Tarantella del Gargano
La struttura della tarantella garganica è semplice, basato sulla terzina, che rende queste musiche un po’ dei Valzer popolari, ballati non nei palazzi di lusso delle debuttanti, ma dalle comunità di contadini e pastori. La tarantella garganica si suona con il tamburello percosso con la punta delle dita la chitarra battente. Per indicare i giri di accordi i suonatori di un tempo usavano associarli ai nomi dei paesi della zona, abbiamo così una tarantella alla carpinese, una alla montanara (di MonteSant’Angelo), la rodianella, la viestsana e così via. Numerosi critici e interpreti si sono interessati delle musiche popolari del gargano, tra questi gli americani Alan Lomax e Diego Carpitelli e i napoletani NuovaCompagniaCantoPopolare, Daniele Sepe e i Musicanova di Carlo D’angiò ed Eugenio Bennato. Carlo d’Angiò dichiarò a proposito:
« Cominciammo a ricercare a Giugliano (a nord di Napoli) avendo il primo contatto con la tarantella, che poi avremmo continuato a ricercare in tutto il sud, fino ad individuarne quella che, a mio parere, è l’espressione più alta, mitica: quella del Gargano. Arrivammo a Carpino, con Roberto De Simone, nel ’70, e fummo i primi a raccogliere le “Tarantelle del Gargano” »
Oggi le tradizioni si tramandano e si evolvono, ma rimarrà sempre invariata l’emozione che si prova ascoltando questi antichi sonetti d’amore.
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Tarantella “alla muntanara”, eseguita da Pino de Vittorio.
Traduzione: Questa donna, cosa fare per far innamorare questa donna?
Devo costruirle un giardino di rose, adornarlo di pietre preziose e oro delicatissimo, al centro una sorgente da cui far scorrere acqua limpida, sopra un uccello che canta.
La mia bella cantava e dormiva. Per voi sono diventato un uccello, per sognare accanto a voi,bella madonna.
Il vostro passo e la vostra voce mi hanno fatto innamorare, altrimenti non sarebbe successo.
Ah questa arrabbiata che vuole adesso da me? Tua madre lo sa e lo vuol dire anche a me.