Le Zeppole di San Giuseppe: Una Dolce Tradizione del Sud Italia

La tradizione delle Zeppole di San Giuseppe, dolce iconico della pasticceria meridionale, affonda le sue radici nella cultura e nelle usanze del territorio,  diventando nel tempo un vero e proprio simbolo della festa del papà e dell’arrivo della primavera. In particolare, la Puglia e la Campania vantano una lunga storia nella preparazione di questo dolce.

San Giuseppe, una festa con un lunga storia

Le Zeppole di San Giuseppe e la significativa data del 19 marzo si inseriscono in un contesto storico e culturale ben più ampio, che trascende la mera celebrazione religiosa o la festa del Papà.
Il periodo tra la fine dell’inverno l’inizio della primavera si lega strettamente ai riti di purificazione agraria di origine romana, durante i quali era tradizione accendere falò per bruciare le sterpaglie e simbolicamente un pezzo dell’inverno, dando il benvenuto alla Primavera anche attraverso antichi riti di propiziazione e fertilità.

Questi fuochi erano occasioni durante le quali le comunità si riunivano per condividere anche delle frittelle ricoperte di miele, precursori delle moderne zeppole di San Giuseppe, fritte nello strutto bollente e accompagnate da vino e ambrosia.


Queste festività, dedicate a Bacco e al suo insegnante e compagno di festeggiamenti, Sileno, vennero proibite dall’Imperatore Teodosio II, che mise al bando i culti pagani. Come accade anche con le celebrazioni dei defunti e le feste Mariane, queste tradizioni pagane state in qualche modo assimilate e preservate dal cristianesimo, che ha stabilito la festa di San Giuseppe a cavallo dell’equinozio di primavera, perpetuando così antiche usanze attraverso nuove celebrazioni, come la Fanoja di San Giuseppe.

Le origini delle zeppole di San Giuseppe, dalla fuga in Egitto a Goethe, fino ai giorni nostri

Secondo alcune tradizioni popolari, dopo esser dovuto fuggire in Egitto con il piccolo Gesù e Maria, San Giuseppe si trovò nella necessità di vendere frittelle per sostenere economicamente la sua famiglia in terra straniera. Anche la probabile origine del termine zeppola, da cippus, zeppa, sembra ricordare il mestiere del santo.
La storia delle vere e proprie Zeppole di San Giuseppe si intreccia con quella dell’antico Regno di Napoli.  Diverse ipotesi ne attribuiscono l’invenzione a comunità religiose come le suore di San Gregorio Armeno, di Croce di Lucca o dello Splendore.
In visita a Napoli proprio il 19 Marzo del 1787, Johann Wolfgang Goethe, nel suo celebre Viaggio in Italia, scriveva:

Oggi è stata anche la festa di S. Giuseppe, patrono di tutti i friggitori, ossia di quelli che commerciano in paste fritte. Poiché sotto l’olio nero che frigge si alzano continuamente delle grandi fiammate, tutti i tormenti del fuoco entrano nella giurisdizione di costoro; così, fin da ieri la gente ha addobbato alla meglio le facciate delle case di quadri rappresentanti le anime del purgatorio e il Giudizio Universale, rosseggianti e fiammeggianti tutt’all’intorno. Grandi padelle poggiano davanti a ogni porta su leggere fornacelle. Un garzone fa delle ciambelle e le getta nell’olio grasso e bollente. Accanto alla padella, un terzo ritira mediante un forchettone le ciambelle man mano che escono fritte, le passa a un quarto sulla punta di un altro forchettone, e quest’ultimo le offre ai passanti. Il terzo e il quarto di questi garzoni portavano parrucche bionde e inanellate, che ai passanti parevano gli attributi degli angeli. Altri individui completavano il gruppo, offrivano del vino ai friggitori, bevevano essi stessi e strillavano a meraviglia: angeli, cuochi, tutti strillavano. La folla si pigiava, anche perché ogni sorta di fritto si vendeva in questo giorno più a buon mercato; una parte dell’utile va anzi distribuito ai poveri.

La prima documentazione scritta della ricetta delle Zeppole  risale al 1837, all’interno del trattato di Cucina teorico-pratica di Ippolito Cavalcanti.

Oltre alla Puglia e alla Campania, le zeppole sono un elemento fisso delle celebrazioni di San Giuseppe anche in Calabria, Sicilia, e in molte altre regioni del Sud,  preparate in occasioni speciali e festività per riunire famiglie e amici attorno a tavole imbandite. Inoltre, la loro presenza nei menù dei bar e delle pasticcerie durante tutto l’anno testimonia quanto siano radicate nella cultura culinaria del Sud e amate da grandi e piccini.

La Ricetta e le Varianti

Le Zeppole di San Giuseppe sono preparate con ingredienti semplici ma essenziali: farina, zucchero, uova, burro e olio d’oliva, arricchite da crema pasticcera, zucchero a velo e amarene sciroppate per la decorazione. La tradizionene prevede che le zeppole siano fritte e sono guarnite di crema pasticcera e amarene sciroppate, con una spolverata finale di zucchero a velo.

Anche in Puglia la Zeppola viene preparata in modo particolare durante la festa di San Giuseppe, diventando il dolce tipico della festività e dell’omaggio ai padri per la festa del Papà. La tradizionale zeppola pugliese si distingue per essere fritta nello strutto, seguendo una ricetta che include acqua, strutto, sale, farina e limone grattugiato, oltre alle uova. Le zeppole sono farcite con crema pasticciera e le tradizionali amarene sciroppate, anche se si diffondono anche delle varianti con cioccolato o delle versioni cotte al forno, decisamente più salutari.
Accompagnate da un bicchiere di Moscato di Trani fresco, offrono un’esperienza unica.

Le Zeppole di San Giuseppe non sono semplicemente un dolce, ma un vero e proprio rituale che ogni anno, il 19 marzo, riempie le case di profumo e tradizione. Ogni morso racconta una storia fatta di famiglia, festa e condivisione, un legame con il passato che continua a vivere sulle nostre tavole. Che siano fritte o al forno, nella versione classica o rivisitate con varianti moderne, le Zeppole restano un’icona delle celebrazioni di San Giuseppe, un dolce che scalda il cuore e ci ricorda da dove veniamo, custodendo un pezzo della nostra identità culturale e gastronomica.

Differenza con le zeppole e le pettole

Sebbene entrambe fritte e preparate con ingredienti semplici, le Zeppole di San Giuseppe e le zeppole, chiamate in Puglia pettole hanno origini e utilizzi diversi nella tradizione gastronomica.

Le pettole, invece, sono delle palline di pasta lievitata che fanno parte della famiglia delle paste cresciute, come il panzerotto Pugliese. Le pettole possono essere sia dolci che salate e vengono consumate nel periodo natalizio, spesso accompagnate da miele o zucchero nella versione dolce, oppure salate o farcite con alghe, acciughe o altri ingredienti.

Le Zeppole di San Giuseppe non sono semplicemente un dolce, ma un vero e proprio rituale che ogni anno, il 19 marzo, riempie le case di profumo e tradizione. Ogni morso racconta una storia fatta di famiglia, festa e condivisione, un legame con il passato che continua a vivere sulle nostre tavole. Che siano fritte o al forno, nella versione classica o rivisitate con varianti moderne, le Zeppole restano un’icona delle celebrazioni di San Giuseppe, un dolce che scalda il cuore e ci ricorda da dove veniamo, custodendo un pezzo della nostra identità culturale e gastronomica.

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