La miniera della Defensola a Vieste è considerata ormai da molti anni un caposaldo dell’archeologia mineraria europea per l’estrazione della selce, sia per la sua alta antichità(circa 7000 anni ) che per la tipologia dell’impianto, che appare già fortemente evoluto all’inizio del processo di neotilizzazione che investe il Mediterraneo occidentale fra il VII e il VI millennio avanti Cristo. La miniera, scoperta nel 1981, è stata oggetto a partire dal 1986 di ricerche sistematiche, che hanno permesso di esplorare e rilevare una parte considerevole del piano superiore della struttura, la cui estensione si aggira attualmente attorno al mezzo ettaro. Si tratta di una miniera del tipo cosiddetto “a camere e pilastri”, con due piani sovrapposti, scavati in due distinti strati calcarei contenenti noduli di selce. Il piano superiore si presenta, oggi, come una estesa cavità orizzontale con il soffitto molto basso (circa 50 cm), con pilastri di roccia risparmiati, riempita di detriti fino al soffitto, al cui interno sono stati ricavati corridoi delimitati da muretti a secco. Lungo i corridoi sono stati rinvenuti vasi di ceramica, talora interi e con resti di cibo al loro interno, lucerne di pietra e utensili da miniera come picconi e mazzuoli di selce per scavare il calcare. La presenza di vasi di ceramica interi nella loro posizione originaria ha fatto ipotizzare che la miniera sia stata abbandonata in fretta in seguito ad un evento sismico, che successivamente avrebbe chiuso definitivamente gli ingressi.
Il parco Archeologico al momento non è visitabile.
Per approfondire vi rimandiamo alla puntata di Sapiens dedicata, al Libro “Defensola: una miniera di selce di 7000 anni fa” a cura di Attilio Galiberti e al racconto della scoperta della Miniera a cura di Franco Ruggieri.