La festa di San Giorgio a Vieste

San Giorgio è patrono della città di Vieste insiema a Santa Maria di Merino e la festa che si tiene in suo onore il 23 Aprile è molto sentita in tutto il Gargano.

Il culto di San Giorgio

San Giorgio e il Drago - dipinto di Paolo Uccello

San Giorgio e il Drago – dipinto di Paolo Uccello

Il culto del Santo cavaliere è antichissimo: nato in Cappadocia (Turchia) intorno al 280 d.c. la figura di San Giorgio è legata alla leggenda aurea:

La tradizione vuole che a Selem, nell’odierna Libia, vi fosse un grande stagno in cui dimorava un drago che terrorizzava gli abitanti con il suo alito di fuoco. Gli abitanti della città erano costretti ad offrire in sacrificio bestiame, ma la fame del drago non conosceva limiti, e iniziò a divorare anche giovani fanciulle. Quando la popolazione stava per sacrificare la principessa Silene, figlia del Re, il giovane cavaliere Giorgio li tranquillizzò, invitando la popolazione a convertirsi in Cristo. La città accettò e il giovane cavaliere trafisse il drago con una lancia.

Ed è per questo valore simbolico di difensore del bene contro il male che San Giorgio, il cui culto venne portato sul Gargano dai bizantini, divenne, insieme a San Michele Arcangelo, una figura importantissima per il Gargano e per i crociati che facevano qui tappa.

Croce Templare, nei pressi della Cattedrale di Vieste

San Giorgio diviene così patrono della città di Vieste e dell’arcidiocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo.

La Statua e la Festa

Credit by M. Cariglia https://www.facebook.com/MC-Creation-738821709573181/

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Il giorno del 23 Aprile la statua del Santo, dalla Cattedrale di Vieste, viene portata a spalle, in processione fino alla chiesetta di Santa Maria delle Grazie lungo le stradine di Vieste e riportata nella Cattedrale della città, in un percorso che attraversa la città in festa, con bande musicali, fuochi d’artificio e la sagra della frittata.


La statua ritrae il Santo a cavallo mentre uccide il drago, è portata in spalle in processione per le strade di Vieste e riportata nella Cattedrale della città, mentre la città si anima con le bande musicali e la tradizionale sagra della frittata.
Nella statua attuale il cavallo di San Giorgio è bianco, ma nella statua originale il cavallo è nero. Questo particolare è legato ad un aneddoto curioso: nel 1961 infatti, durante la processione della festa di Santa Maria di Merino, in cui vengono fatti sfilare le statue dei protettori della città, a causa della pioggia nefasta uno dei 4 portatori della statua di San Giorgio scivolò all’altezza della Chiesa della Santa Croce e la statua si schiantò al suolo scatendando il panico tra i fedeli: alcuni pensarono che fosse il Santo stesso a lanciare un segnale di monito alla città per alcuni voci che volevano la festa del 23 Aprile “ridimensionata” negli anni a venire.

Ma l’amore dei Viestani per San Giorgio era molto forte, fu acquistata un’ altra statua e la festa, con le sue tradizioni, si è svolta regolarmente ogni anno (eccezion fatta per le interruzioni legate alla pandemia del 2020 e 2021)

La corsa dei Cavalli

L’evento più atteso delle festività in onore del santo cavaliere è forse la corsa dei cavalli, che si sfidano tra rivoli d’acqua e sabbia in un palio sulla suggestiva spiaggia della Scialara, con arrivo nei pressi del Pizzomunno, faraglione simbolo della città, e del costone dove sorge il centro storico Medioevale.

La sera, prima dei fuochi d’artificio che chiudono i festeggiamenti, nella piazza “del Fosso” grandi spettacoli per la gioia di tutti.

La sagra della frittata

Un evento tipico della festa di San Giorgio è anche la sagra della frittata.
Il panino con la frittata, mangiato sulla verdeggiante “collina di san Giorgio”, oggi urbatizzata, è stata una decennale tradizione. Oggi il panino viene offerto durante la sagra a cura dell’”Associazione Cuochi del Gargano e della Capitanata” che si tiene in piazza Santa Maria delle Grazie, proprio alla base della “collina di San Giorgio).
La leggenda è legata all’offerta di un pezzo di frittata al Santo da parte di un povero che non aveva altro da offrire come ex voto.
Il dono in primavera di cibo a base di uova, simbolo di vita e di rigenerazione, è presente in molte culture antiche e moderne.
Si pensa che i primi ad usare l’uovo come oggetto benaugurante siano stati i Persiani che festeggiavano l’arrivo della primavera proprio con lo scambio di uova. L’usanza mediorientale, come San Giorgio, è diventata comunissima anche nella civiltà occidentale e anche in Puglia, dove sono diffuse le scarcelle pasquali, dei biscotti di pasta frolla con uova, e in tutto il sud italia dove spesso per queste gite fuori porta primaverali si preparano appetitosi pranzi al sacco a base di pane e uova.

Leggi il Programma festa Patronale di S.Giorgio 2024

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